22 Febbraio 2014
Paolo Buonvino descrive le caratteristiche e i segni particolari della musica per film. Una produzione totalmente differente rispetto alla musica tout court che fa del bagaglio di immagini e parole fornite dalla produzione filmica il suo punto di partenza creativo, come commenta il musicista: “Il musicista che ha delle immagini davanti ha un imbuto interpretativo e deve fare attenzione a quello che succede nella storia e nelle immagini”.
Due sono i punti essenziali dell`intervista: da una parte la descrizione del processo di ricezione della musica da film, dall’altra le caratteristiche del singolare meccanismo creativo che la produce e che non può prescindere dai canali di ricezione.
Per il cinema la musica da film deve far vibrare le corde emozionali con le quali lo spettatore decide di sedersi in sala e di guardare il film, ininterrottamente per un`ora o più.
Per la televisione i meccanismi e le tecniche sono differenti essendo legate in qualche modo ad uno spettatore totalmente diverso: “L’altra cosa è l’attenzione dello spettatore. Chi è in tv può cambiare canale facilmente. Questo impone sia nel montaggio sia nel raccontare le storie, catturare l’attenzione continuamente”.
Per il processo creativo Buonvino descrive nei minimi dettagli il lavoro di collaborazione con sceneggiatori e registi che la musica da film necessita per creare una sincronia, o una voluta distonia, tra i ritmi di girato e montato: “Da chiacchierate col regista ho avuto input molto importanti legati all’emozione che il regista decide di dare alla scena”.
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